Xilogenesi - Il video delle tre mostre 2025/2026

https://youtu.be/xKkfr-OfxJI?si=G555KORLfNvgUmmm

Xilogenesi.
La collezione di libri in legno di Eugenio Trevisan. Dal XIX secolo ad oggi. La storia, il restauro, l’arte contemporanea.
Il VIDEO delle prime tre mostre.

--

Xilogenesi è un programma di valorizzazione per la Xiloteca di Eugenio Trevisan, intersettoriale e polimorfo.
Si tratta di una straordinaria collezione di libri in legno, realizzata nel XIX secolo, proprietà dell’Università degli Studi di Padova.
Oggi la Xiloteca è conservata dal Tesaf, Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali, presso il Centro Studi per l’Ambiente Alpino Lucio Susmel di San Vito di Cadore.
Il restauro di questa collezione originale di libri in legno si è concluso a giugno 2025, mentre gli studi su di essa proseguono, con il supporto del CAM, Centro di Ateneo per i Musei dell’Università di Padova.
Oltre a ciò, la collezione si aggiorna ed espande attraverso il contemporaneo.
Patrimonio della storia, essa si proietta e radica nel futuro.
Cultura, scienza, ambiente, ricerca artistica, operano insieme, seguendo un approccio qualitativo integrato.
Una serie di nuovi libri, nella forma di opere d’arte, per ora installazioni e disegni, vengono realizzati dagli italiani selezionati da Dolomiti Contemporanee, e presentati nel primo ciclo espositivo legato al progetto.
Tre mostre, realizzate tra giugno 2025 e gennaio 2026, raccontano il progetto, avviato nel 2024, portando in mostra la documentazione relativa agli esemplari originali della Xiloteca, insieme alle opere d’arte contemporanea. Attualmente, e fino al 6 gennaio 2026, é in corso la terza esposizione, presso il Museo botanico dell’Orto Botanico di Padova.

Video Paolo Dal Pont


Xilogenesi nel Convegno RipaRipa - 10 ottobre '25 - Centro Studi per l'Ambiente Alpino Lucio Susmel - San Vito di Cadore

Anno: 2025

Xilogenesi in RipaRipa in RAMPA, Convegno sulla Rigenerazione del Paesaggio e sul Riuso del Patrimonio, San Vito di Cadore, Centro Studi per l’Ambiente Alpino, 10 ottobre 2025.

Al Centro Studi pr l’Ambiente Alpino Lucio Susmel di San Vito di Cadore, sede del TESAF Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università degli Studi di Padova, è conservata la Xiloteca di Eugenio Trevisan.

Venerdì 10 ottobre 2025 ci sarà un’occasione speciale per osservarla, e per approfondire il progetto Xilogenesi.

RipaRipa_Rampa è il Convegno sulla Rigenerazione del Paesaggio e sul Riuso del Patrimonio che Dolomiti Contemporanee realizza tra Progettoborca (ex Villaggio Eni di Corte di Cadore) e il Centro Studi per l’Ambiente Alpino di San Vito di Cadore, tra l’11 e il 18 ottobre 2025, all’interno dell’Open-studio diffuso di RAMPA, nel quale gli artisti popolano la Colonia dell’ex Villaggio Eni, insieme ad architetti, designer, fotografi, esperti del territorio, tra installazioni, mostre, incontri, talk, presentazioni.

Il primo giorno del Convegno, venerdì 10 ottobre, si svolge al Centro Studi di San Vito.

Trovi il programma completo della giornata e del Convegno a questo link.

Ricordiamo che Dolomiti Contemporanee e il TESAF collaborano da anni su progetti culturali, territoriali, ambientali.

Il Centro Studi di San Vito fa capo al TESAF.

In questo momento, la collaborazione è particolarmente attiva sul progetto XILOGENESI, al quale partecipa anche il CAM Centro di Atenao per i Musei Unipd.
Fino al 6 gennaio 2026, la mostra Xilogenesi, La collezione di libri in legno di Eugenio Trevisan, Dal diciannovesimo secolo ad oggi, La storia, il restauro, l’arte contemporanea, rimarrà allestita presso il Museo botanico dell’Orto botanico di Padova.

La Xiloteca di Eugenio Trevisan, straordinaria biblioteca di botanica forestale, abbiamo detto, è una collezione unica di libri in legno della metà dell’800.

Essa è conservata ll Centro Studi di San Vito di Cadore.
Venerdì 10 ottobre quindi, potrai vederla nella prima giornata del Convegno RipaRipa.

Ne parleranno, la stessa mattina del 10, alle ore 12.00, Tommaso Anfodillo, responsabile del Centro Studi per l’Ambiente Alpino di San Vito di Cadore, e Isabella Colpo, direttrice del CAM Centro di Ateneo per i Musei dell’Università degli Studi di Padova.



Xilogenesi a Padova - 26 settembre '25 - Le immagini dell'Opening

Anno: 2025

Venerdì 26 settembre 2025 abbiamo inaugurato la terza mostra del primo ciclo del programma espositivo di Xilogenesi, al Museo botanico dell’Orto Botanico di Padova.

Del progetto abbiamo già detto molte cose, in questi primi mesi, nei quali abbiamo reso “sintomatica” la ricerca, avviata oltre un anno fa, sulla Xiloteca di Eugenio Trevisan, con la sua capacità di colpire afferrare attrarre, e dunque con le sue estensioni contemporanee produttive, che fan fruttare tale potenziale d’interesse e attrazione extraordinario, cosa tipica delle cose speziali e ben fatte e non schematiche (in pratica – e in poesia- ci son scatole chiuse e scatole aperte, che librano liberano e e che fan librare – li buoni libri che rendono liberi, i pensieri, di cozzare, nello spirito, nelle azioni degne, ecco il logos).

L’Opening di Xilogenesi è stato bellissimo, l’atmosfera stessa sorrideva, come personificandosi, consapevole pareva, del ben portato, così generato.

Il Museo botanico si trova all’interno del complesso dell’Orto Botanico di Padova, che tutti noi amiamo, e al quale tutti noi talvolta torniamo, da anni, decenni, secoli, per immergerci, perchè è un luogo benefico e pregno e stimolante e rilassante al tempo stesso, un pò come i nostri boschi alti dolomitici, le cui specie ed essenze son qui raccolte nell’Alpineto. Certi luoghi dunque hanno il potere di sobillare la mente, pacificandola, sissignore.

Ora, finalmente, ci siamo immersi nell’Orto in modo produttivo, portandoci un progetto e condividendolo: siamo tipi costruttivi, contemplare non basta, occorre invece interagire con le cose significative. Ecco dunque La Metamorfosi DALLE Piante.

Il quadrato è nel cerchio dal 1575, era tempo di coadiuvarlo con una misura contemporanea attiva d’architettura culturale, attingendo ad una delle innumerevoli fonti di questo antico giardino culturale, e questa fonte è lo Xilario conservato al Centro Studi per l’Ambiente Alpino Lucio Susmel di San Vito di Cadore, che ora è tornato a casa (quattro esemplari originali della biblioteca di botanica forestale di Eugenio Trevisan sono esposti in Xilogenesi).
Ciò che contava dunque qui non era esporre e comunicare, ma studiare e produrre, come sempre, per arricchire paesaggio.

Il Museo prospetta sull’Orto Rinascimentale, il suo corpo si espande verso le Serre ottocentesche.
Qui Alles ist Blatt, naturalmente, e in questi giorni di allestimento, la pioggia ha fatto risplender d’umido ogni foglia e pianta e fusto e inflorescenza e fiore e frutto, una sinfonia umida degli organi vegetativi in specchiatura stillante.

Goethe vide l’Orto, per la prima volta, il 27 settembre 1786.
Il primo giorno di mostra di Xilogenesi: il 27 settembre 2025.
Embè?
Beh, Goethe lo conosciamo eccome.
Le date, come ogni circostanza, sono casuali.
Però (im)pongono una posa all’attenzione, che scarta e immagina congruenze, e questo non conta, conta, può contare, oppure canta.

Il Museo botanico, diretto da Elena Canadelli, espone ed esplora la storia dell’Orto, tra botanica e medicina, gli erbari e la biblioteca.
Elena Canadelli ci ha accolti nel Museo, favorendo da subito la collaborazione, come anche Isabella Colpo, direttrice dal Centro di Ateneo per i Musei CAM. Le ringraziamo entrambe per il loro lavoro prezioso, per l’apertura generosa e intelligente della loro visione, che ha consentito di compiere quest’altra fase di Xilogenesi. Ringraziamo anche Maria Barbara Liccardi, Elisa Brandi e Dalila Giacobbe e Carla Menaldo, e tutte le altre persone brave di Unipd che hanno reso possibile tutto questo, e così bene.
Primo tra tutti, però, ringraziamo Tommaso Anfodillo, che ha l’occhio chiaro e fermo, vede le cose in anticipo, rende facili quelle difficili, utilizza la serenità quale strumento inesorabile della determinazione, crede in noi come noi crediamo in lui, e ha aperto tutto lui, in verità, consentendo di costruire un eterogeneo progetto che radica profondamente nella biodiversità culturale e che si nutre di fiducia, reciprocità, sacrosante differenze nelle sensibilità, capacità evidenti che non s’appagano, allargamenti, ostinazioni, amore del bello, e quindi di pensiero e ricerca, di scienza e d’arte.

Ah, a proposito del CAM: assai interessanti anche gli altri Musei d’Ateneo, che stiamo studiando, come anche stiamo studiando un allestimento installativo dell’intera Xiloteca (56 volumi tutti aperti e ostesi creano uno Spazio d’ordine brulicante che accelera il reattore, estetico e percettivo). Tra questi Musei vi sono: Il Museo degli Strumenti d’Astronomia che ci fa tornar voglia (mai svanita; anche qui torneremo) di esplorazioni spaziali con INAF; il Museo di fisica Giovanni Poleni; il Museo di Geografia; il Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte; e gli altri, ma per oggi rimaniamo alle cose legnose.

La mostra è allestita in una saletta del Museo botanico, in fondo a destra. Piccola sala, grande concentrazione di spunti plastici, un rigoglio d’opere. Quattro volumi originali dello Xilario di Trevisan, stanno, aperti e in piedi, accanto ai libri d’artista di Cristian Sturi, David casini, Giuseppe Vigolo. E ad alcuni dei disegni realizzati per Xilogenesi dagli artisti invitati: qui la lista completa con i loro nomi, altri ne verranno in futuro, il progetto è aperto, mica chiuso.

Il 26 settembre, quando abbiamo inaugurato, l’abbiamo fatto nella straordinaria sala del Teatro botanico. In basso, accanto al tavolo dei relatori, era posizionata la teca-archivio-arca-arnia con gli altri disegni, estraibili, osservabili, una mostra in una scatola, un altro libro ad assetto variabile. Mancava Italo, tornerà.
Oltre cento persone han trovato posto sui banchi lignei dell’emiciclo, ed ascoltato i discorsi introduttivi, che son stati per nulla ingessati, e han fatto capire bene le virtù e la qualità e le capacità espresse in questo progetto, con questo lavoro di ricerca, che proseguirà, che molto ancora resta da fare. Han parlato le dott.sse Canadelli e Colpo, la dott.ssa Sartori, restauratrice dei libri in legno, il prof. Anfodillo, Gianluca D’Incà Levis, curatore di Dolomiti Contemporanee.
L’ultimo al microfono è stato Lorenzo Barbasetti di Prun, che anche qui, come nelle precedenti due inaugurazioni xilogenetiche, ci ha fatto mangiare qualcosa, dopo aver raccolto i suoi edibili selvatici in Cadore, e stavolta era il Sorbo dell’uccellatore il protagonista, tagliato con altre specie forestali, e ne sono uscite due gelatine prelibate, che son state succhiate sugli scranni, mentre alcune bacche semisecche venivano sparate via utilizzando il flyer prometeico ‘rotolato come cerbottana e così sia.
Poi han parlato e parlano le opere. Tra i cento e più presenti, molti erano artisti. Gli artisti vengono sempre.
Qui gli orari d’apertura del Museo botanico, che son quelli dell’Orto: https://ortobotanico1545.it/visita/orari/

Foto: Teresa De Toni



Xilogenesi all'Orto botanico di Padova - 27 settembre 2025/6 gennaio 2026

27 settembre 2025/6 gennaio 2026 – terza mostra del progetto XILOGENESI all’Orto botanico di Padova

--

Xilogenesi è un progetto scientifico, culturale e artistico, di valorizzazione e comunicazione, per la Xiloteca ottocentesca di Eugenio Trevisan. Esso si attua grazie ad una rete territoriale e culturale, avviata grazie alla collaborazione tra Dolomiti Contemporanee e il Tesaf, Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell'Università degli Studi di Padova, il Centro Studi per l'Ambiente Alpino Lucio Susmel di San Vito di Cadore, il CAM Centro di Ateneo per i Musei dell'Università di Padova.
Con oltre 40 artisti coinvolti e tre mostre tra giugno 2025 e gennaio 2026.
Dopo le prime due mostre, allestite all'ex stazione ferroviaria di Borca di Cadore e nella Serra del giardino di Palazzo Lazzaris a Perarolo di Cadore, svoltesi tra giugno e agosto 2025, la Xiloteca di Eugenio Trevisan torna là dov'era stata realizzata a metà del XIX Secolo: a Padova, questa volta presso il Museo botanico dell'Orto botanico, dove rimarrà aperta e visitabile sino al 6 gennaio 2025.

Xilogenesi
La collezione di libri in legno di Eugenio Trevisan
Dal diciannovesimo secolo ad oggi
La storia, il restauro, l’arte contemporanea

Orto botanico di Padova, Museo botanico
Via Orto botanico 15, Padova
Dal 27 settembre 2025 al 6 gennaio 2026
Inaugurazione venerdì 26 settembre alle ore 18.00

Date e orari di apertura: dal martedì alla domenica e nei giorni festivi, secondo gli orari di apertura dell’Orto botanico
Settembre: ore 10.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.15)
Ottobre (fino al 24): 10.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.15)
Da sabato 25 ottobre a gennaio: 10.00-17.00 (ultimo ingresso ore 16.15)
Per maggiori informazioni sugli accessi e sulle tariffe d’ingresso ortobotanico1545.it
In occasione di Science4All, la festa delle scienze dell’Università di Padova, il 27 e il 28 settembre l’accesso all’Orto botanico e alla mostra è gratuito

Artisti: Ariele Bacchetti, Grazia Bacchetti, Mattia Barbieri, Lorenzo Barbasetti di Prun, Francesco Battistello, Giulia Maria Belli, Simone Carraro, David Casini, Jonathan Colombo, Elena De Angeli, Eliane Diur, Greta Fabrizio, Bruno Fantelli, Anna Furlan, Leonardo Furlan, Riccardo Giacomini, Agnese Guido, Sofia Izmailova, Megan Littlewood, Riccardo Lodi, Gabriele Longega, Anna Marzuttini, Marco Mastropieri, Alice Mazzer, Alessandro Pagani, Sebastiano Pallavisini, Chiara Peruch, Francesca Pieropan, Beatrice Pistolesi, Italo Pradella, Francesca Rinaldi, Francesco Ronchi, Bianca Francesca Serafin, Giacomo Silva, Alan Silvestri, Martin Schuster, Kristian Sturi, Tuorlo, Tommaso Viccaro, Giuseppe Vigolo, Sebastiano Zafonte, Rebecca Zen.

Le mostre 2025/2026
Tre esposizioni, che si realizzano tra giugno 2025 e gennaio 2026, raccontano il progetto Xilogenesi. Le opere degli artisti vengono allestite a Padova insieme a quattro degli esemplari originali della Xiloteca. Tutti gli altri esemplari originali (52 libri in legno) per esigenze legate alla loro conservazione, rimangono custoditi presso il Centro Studi per l’Ambiente Alpino di San Vito di Cadore. E’ possibile prenotare una visita al Centro Studi, in date e orari da definirsi via via, e che sono legati alla disponibilità del personale del Centro (per info scrivere a info@dolomiticontemporanee.net).
Le tre mostre si realizzano a Borca di Cadore (Bagagliera ex Stazione ferroviaria, giugno 2025), a Perarolo di Cadore (Serra di Palazzo Lazzaris, agosto 2025), e presso l'Orto botanico di Padova, nel Museo botanico (settembre 2025/gennaio 2026).

L’Orto botanico di Padova è il più antico orto botanico universitario al mondo, dal 1997 parte del patrimonio mondiale UNESCO perché è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Dal 1545 nella sua sede originaria, ha una caratteristica pianta a forma di quadrato inscritto nel cerchio. Il suo Orto antico, il Giardino della biodiversità e il Museo botanico permettono di viaggiare tra 6.000 piante, attraversando cinque secoli di storia e cinque continenti. Il Museo botanico, inaugurato nel 2023 e sede della mostra, arricchisce l’esperienza di visita con un percorso espositivo che intreccia storia, scienza e cultura. Infatti, permette di scoprire il patrimonio botanico e medico dell’Università di Padova, con erbari, reperti, strumenti e libri rari che raccontano quasi cinque secoli di ricerca e mettendo in luce il ruolo dell’Orto come luogo di scambio, sperimentazione e conoscenza.

L’inaugurazione della mostra Xilogenesi al Museo botanico avrà luogo venerdì 26 settembre alle ore 18.00, ed è inclusa nel programma di Science4All, il festival scientifico dell’Università di Padova che si svolge dal 26 al 28 settembre, rivolto alla cittadinanza e alle scuole con l’obiettivo di comunicare la scienza in modo semplice e coinvolgente a tutte e tutti. 

Il progetto Xilogenesi costituisce un'opportunità esemplare di valorizzazione per la straordinaria Xiloteca di Eugenio Trevisan, una biblioteca di botanica forestale conservata dal TESAF, Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell'Università degli Studi di Padova presso il Centro Studi per l'Ambiente Alpino Lucio Susmel di San Vito di Cadore.

Xilogenesi cura, valorizza e rinnova questa collezione unica di libri in legno, realizzata con perizia eccezionale attorno alla metà del XIX secolo da Eugenio Trevisan, connettendo aspetti di studio e ricerca scientifica ed ecologica, rinnovazione culturale e artistica, valorizzazione e comunicazione, costruendo un programma interdisciplinare.

La rete eterogenea che sviluppa il progetto, e che si amplia di continuo, secondo un principio di biodiversità culturale, oltre al TESAF include al momento il CAM, Centro di Ateneo per i Musei dell'Università di Padova, Dolomiti Contemporanee e Progettoborca, i Comuni di Borca di Cadore, San Vito di Cadore, Perarolo di Cadore, e il Museo botanico dell'Orto botanico di Padova. 

Il progetto Xilogenesi è stato attivato grazie al Bando Borghi del MiC, incentrato su “rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale e rurale...” e sull'“attrattività dei borghi storici”, di cui il Comune di Borca di Cadore è risultato assegnatario nel 2022, con un progetto generale legato ai temi di territorio e rigenerazione, denominato “Rigenerazione a base culturale con Dolomiti Contemporanee”, che si determina anche attraverso la diffusione e partecipazione territoriale. Questo approccio aperto ha consentito l'attivazione di una relazione essenziale tra i Comuni di Borca e San Vito di Cadore, implementata dal TESAF e Dolomiti Contemporanee, attivatori territoriali interconnessi. 

--

La Xiloteca di Eugenio Trevisan
La Xiloteca di Eugenio Trevisan è una collezione di libri in legno, realizzata nel XIX secolo, proprietà dell'Università degli Studi di Padova.
E' conservata dal Tesaf, Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali, presso il Centro Studi per l'Ambiente Alpino Lucio Susmel di San Vito di Cadore.
Questi piccoli, straordinari volumi lignei, realizzati con maestria artigianale e artistica, mostrano e descrivono minutamente ogni specie raccolta in ogni sua parte.
La Xiloteca, nella sua configurazione originale, era costituita da una collezione di cento esemplari lignei, ognuno dedicato ad una specie forestale differente.
Si tratta di piccoli libri lignei, ognuno della misura di 19x12.5x3.5 centimetri.
La costa (dorso), è realizzata con la corteccia dell'albero.
Sulla costa sono riportati il nome in latino e il nome scientifico della specie.
Il libro è un piccolo scrigno a due ante.
Una volta aperto, svela il suo contenuto, magistralmente organizzato attraverso una squisita perizia artigiana.
All'interno, gli alloggiamenti, in piccoli cassetti, ospitano ogni parte della pianta.
[…] Un rametto, a cui si aggiunge anche una sezione trasversale, un semenzale, cioè la piantina piccola, il fiore, la radice, anche in questo caso con una sezione trasversale, un blocchetto di legno per l'utilizzo tecnologico. E poi troviamo dei contenitori: uno contiene i semi, un altro la segatura, il terzo contiene la cenere, che si ottiene dalla combustione, ed è affiancato da un pezzettino di carbone". Tutte queste parti vengono indicate in un fogliettino conservato al centro di ogni libro, "nel foglio vi è la descrizione delle caratteristiche della specie, per esempio l'abete bianco, albero sempreverde di legno di qualità (Tommaso Anfodillo).

Il progetto Xilogenesi. Rete e programma
La Xiloteca è conservata dal Tesaf, Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali, al Centro Studi per l'Ambiente Alpino di San Vito di Cadore.
Xilogenesi è un programma di valorizzazione della collezione attraverso l'arte contemporanea e un network culturale e territoriale. La Xiloteca viene restaurata.
Assai rilevante il contributo del CAM, Centro di Ateneo per i Musei dell'Università di Padova, anch'esso coinvolto nel progetto, nella fase iniziale di studio approfondito e ricerca sulle origini della Xiloteca, come nel lavoro volto alla sua tutela.
La riconsegna dei libri restaurati al Centro Studi per l'Ambiente Alpino è avvenuta a giugno 2025.
Una serie di nuovi libri prende la forma d'opere d'arte. Gli artisti, oltre quaranta, sono stati coinvolti da Dolomiti Contemporanee. Tra giugno 2025 e giugno 2026, si realizzano mostre, presentazioni, edizioni.

Le specie incluse nella collezione originale della Xiloteca
In origine, la Xiloteca di Eugenio Trevisan comprendeva cento specie forestali. In seguito ad alcune vicissitudini storiche, quarantaquattro esemplari sono andati perduti. Si tratta di piccoli libri lignei, della misura di 19x12.5x3.5 centimetri. Ogni libro è un piccolo scrigno a due ante. La costa (dorso), è realizzata con la corteccia dell'albero. Su di essa sono riportati il nome in latino e il nome scientifico della specie. E' disponibile la lista completa degli esemplari superstiti.

Il restauro della Xiloteca
La prima fase di Xilogenesi ha condotto al restauro degli esemplari originali da parte dell'Università degli Studi di Padova. Il programma di restauro conservativo, Ri-legature in legno – Wood-bindings, è stato completato a maggio 2025. I libri sono stati prelevati dalla restauratrice, la dott.ssa Stefania Sartori, e trasferiti in laboratorio per l’esecuzione del trattamento anossico e degli altri interventi. La riconsegna dei libri al Centro Studi Ambiente Alpino è avvenuta a giugno 2025.

L'arte contemporanea: aggiornamento creativo della collezione
La collezione, oltre a venire restaurata, si aggiorna: per questo il progetto s’intitola Xilogenesi.
Patrimonio della storia, essa si proietta e radica nel futuro.
Una serie di nuovi libri, nella forma di opere d'arte, vengono realizzati da alcuni artisti selezionati da Dolomiti Contemporanee.
I primi artisti coinvolti sono: David Casini, Kristian Sturi, Giuseppe Vigolo. Ognuno di loro ha sviluppato un progetto, che ha condotto alla realizzazione di un'opera d'arte. Si tratta di tre installazioni, realizzate con materiali differenti, che trovano posto nelle prime tre mostre in programma.
Un quarto progetto viene sviluppato insieme all’artista Ariel Bacchetti. Si tratta di una raccolta di quarantaquattro disegni, in formato A4, ognuno dei quali è stato realizzato da un artista differente. Ogni artista ha selezionato una specie forestale, lavorando poi, a partire da questo specifico soggetto, attraverso la propria libera immaginazione pittorica.
I quarantaquattro disegni vengono presentati all’interno di una custodia lignea, ideata da Italo Pradella, responsabile del Laboratorio di falegnameria del Liceo Artistico di Cortina d’Ampezzo, insieme agli stessi studenti del Liceo. Un’interazione questa legata al tema della formazione didattica, alla quale Dolomiti Contemporanee attribuisce grande importanza, che amplia ulteriormente la rete culturale e territoriale del progetto Xilogenesi. 

prometheus_open food lab in Xilogenesi: una ricerca sul potenziale edibile di alcune specie forestali a partire da quelle alpine.
In occasione dell’opening patavino (26 settembre 2025) prometheus_open food lab proporrà un evento edibile performativo legato ad alcune delle specie arboree già presenti nello Xilario di Eugenio Trevisan.

prometheus_open food lab è un laboratorio di ricerca sull’edibile in ambienti remoti,  ideato e curato dallo chef-designer Lorenzo Barbasetti di Prun con lo scopo di ripristinare il ruolo ecologico delle attività umane nel paesaggio. Fondato nel 2017 tra Borca di Cadore e Londra, ha sede principale nell’ex Villaggio ENI da dove esplora il cibo come strumento culturale di interpretazione e trasformazione del paesaggio in stretta collaborazione con Dolomiti Contemporanee.
La proposta di nuovi ingredienti nel patrimonio linguistico della gastronomia è lavoro principalmente culturale di educazione del gusto e prima ancora di assimilazione, ovvero di riconoscimento dell’alimento alieno come compatibile con sè.
Per l’incontro all’Orto botanico Prometheus si concentrerà su un singolo ingrediente: il sorbo dell’uccellatore. Rosacea, parente prossima delle mele di cui il frutto ricorda una riproduzione in scala ridotta e moltiplicata nel numero. Il sorbo è stato usato per secoli con molteplici applicazioni prima di cadere in disgrazia. In questi giorni sta maturando sugli alberi delle Dolomiti una quantità di frutti arancio-rossi come non si vedeva da tempo. Proveremo a portarne il sapore complesso, antico e contemporaneo, con un gioco, uno scherzo, un vizio nell’ottocentesca aula di botanica dell’Orto botanico di Padova. Una gemma, compressa, capsula, caramella: parte medicina, parte capriccio, espediente dell’esplorazione del paesaggio. 

--

Rete e partners: Comune di Perarolo di Cadore, Comune di Borca di Cadore, Comune di San Vito di Cadore, TESAF Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell'Università degli Studi di Padova, Centro Studi per l'Ambiente Alpino Lucio Susmel di San Vito di Cadore, Progettoborca, CAM Centro di Ateneo per i Musei dell'Università di Padova, Orto botanico dell’Università di Padova, Liceo Artistico di Cortina d’Ampezzo.
Pr
oloco Perarolo di Cadore, gli abitanti e i volontari di Perarolo, Artecos, DB Group, Vigne Salse, Vini Biasiotto, Panificio Marcon, Azienda Agricola Sanwido, Unterberger Bechèr, tutta la rete DC.

--

INFO: 

www.xilogenesi.net
www.dolomiticontemporanee.net
science4all.it/xilogenesi per prenotare la presenza all’evento di inaugurazione

info@xilogenesi.net – press@xilogenesi.net
info@dolomiticontemporanee.net – press@dolomiticontemporanee.net

 

__

 

27 September 2025/6 January 2026 – third exhibition of the XILOGENESI project at the Botanical Garden of Padua

Xilogenesi is a scientific, cultural and artistic project aimed at promoting and communicating Eugenio Trevisan's nineteenth-century Xylotheque.

It is being implemented thanks to a territorial and cultural network, launched through the collaboration between Dolomiti Contemporanee and Tesaf, the Department of Land and Agro-Forestry Systems of the University of Padua, the Lucio Susmel Centre for Alpine Environment Studies in San Vito di Cadore, and CAM, the University Centre for Museums of the University of Padua.

With over 40 artists involved and three exhibitions between June 2025 and January 2026.

After the first two exhibitions, held at the former railway station in Borca di Cadore and in the greenhouse of Palazzo Lazzaris in Perarolo di Cadore between June and August 2025, Eugenio Trevisan's Xiloteca returns to where it was created in the mid-19th century: in Padua, this time at the Botanical Museum of the Botanical Garden, where it will remain open and accessible to visitors until 6 January 2025.

 

Xilogenesi
Eugenio Trevisan's collection of wooden books
From the nineteenth century to the present day
History, restoration, contemporary art

Padua Botanical Garden, Botanical Museum
Via Orto Botanico 15, Padua
From 27 September 2025 to 6 January 2026
Opening Friday 26 September at 6 p.m.

Opening dates and times: Tuesday to Sunday and public holidays, according to the opening hours of the Botanical Garden.
September: 10 a.m. to 7 p.m. (last admission at 6.15 p.m.).
October (until the 24th): 10 a.m. to 6 p.m. (last admission at 5.15 p.m.)
From Saturday, 25th October to January: 10 a.m. to 5 p.m. (last admission at 4.15 p.m.).
For more information on access and admission fees, visit ortobotanico1545.it

During Science4All, the University of Padua's science festival scheduled from 26 to 28 September, admission to the Botanical Garden and the exhibition is free.


Artists: Ariele Bacchetti, Grazia Bacchetti, Mattia Barbieri, Lorenzo Barbasetti di Prun, Francesco Battistello, Giulia Maria Belli, Simone Carraro, David Casini, Jonathan Colombo, Elena De Angeli, Eliane Diur, Greta Fabrizio, Bruno Fantelli, Anna Furlan, Leonardo Furlan, Riccardo Giacomini, Agnese Guido, Sofia Izmailova, Megan Littlewood, Riccardo Lodi, Gabriele Longega, Anna Marzuttini, Marco Mastropieri, Alice Mazzer, Alessandro Pagani, Sebastiano Pallavisini, Chiara Peruch, Francesca Pieropan, Beatrice Pistolesi, Italo Pradella, Francesca Rinaldi, Francesco Ronchi, Bianca Francesca Serafin, Giacomo Silva, Alan Silvestri, Martin Schuster, Kristian Sturi, Tuorlo, Tommaso Viccaro, Giuseppe Vigolo, Sebastiano Zafonte, Rebecca Zen.

The 2025/2026 exhibitions

Three exhibitions, to be held between June 2025 and January 2026, will showcase the Xilogenesi project. The artists' works will be displayed in Padua alongside four of the original specimens from the Xiloteca. All other original specimens (52 wooden books) will remain at the Alpine Environment Study Centre in San Vito di Cadore for conservation reasons. It is possible to book a visit to the Study Centre on dates and at times to be determined, depending on the availability of the Centre's staff (for information, please write to info@dolomiticontemporanee.net). 

The three exhibitions will be held in Borca di Cadore (Bagagliera former railway station, June 2025), Perarolo di Cadore (Serra di Palazzo Lazzaris, August 2025), and at the Botanical Garden of Padua, in the Botanical Museum (September 2024/January 2025).

The Botanical Garden of Padua is the oldest university botanical garden in the world and has been a UNESCO World Heritage Site since 1997 because “it is the origin of all botanical gardens in the world and represents the cradle of science, scientific exchange and understanding of the relationship between nature and culture”. Located in its original site since 1545, it has a distinctive square shape inscribed within a circle. Its ancient garden, the Garden of Biodiversity and the Botanical Museum allow visitors to travel among 6,000 plants, spanning five centuries of history and five continents. 

 The Botanical Museum, inaugurated in 2023 and home to the exhibition, enriches the visitor experience with an exhibition itinerary that intertwines history, science and culture. It allows visitors to discover the botanical and medical heritage of the University of Padua, with herbariums, artefacts, instruments and rare books that recount almost five centuries of research and highlight the role of the Botanical Garden as a place of exchange, experimentation and knowledge.

The inauguration of the Xilogenesi exhibition at the Botanical Museum will take place on Friday 26 September at 6 p.m. and is included in the programme of Science4All, the University of Padua's science festival running from 26 to 28 September, aimed at the general public and schools with the aim of communicating science in a simple and engaging way to everyone. 

The Xilogenesi project is an exemplary opportunity to promote Eugenio Trevisan's extraordinary Xiloteca, a forestry botany library preserved by TESAF, the Department of Land and Agro-Forestry Systems of the University of Padua at the Lucio Susmel Alpine Environment Study Centre in San Vito di Cadore.

Xilogenesi curates, promotes and renews this unique collection of wooden books, created with exceptional skill in the mid-19th century by Eugenio Trevisan, connecting aspects of scientific and ecological study and research, cultural and artistic renewal, promotion and communication, building an interdisciplinary programme.

The heterogeneous network that develops the project, which is constantly expanding according to a principle of cultural biodiversity, currently includes, in addition to TESAF, CAM, the University Centre for Museums of the University of Padua, Dolomiti Contemporanee and Progettoborca, the municipalities of Borca di Cadore, San Vito di Cadore, Perarolo di Cadore, and the Botanical Museum of the Botanical Garden of Padua. 

The Xilogenesi project was launched thanks to the MiC's Borghi Call for Proposals, focused on 'the regeneration of small cultural sites, cultural and rural heritage...' and the “attractiveness of historic villages”. The Municipality of Borca di Cadore was awarded the grant in 2022, with a general project linked to the themes of territory and regeneration, called “Culturally-based regeneration with Dolomiti Contemporanee”, which is also determined through dissemination and territorial participation. This open approach has enabled the establishment of an essential relationship between the municipalities of Borca and San Vito di Cadore, implemented by TESAF and Dolomiti Contemporanee, interconnected territorial activators. 

Eugenio Trevisan's Xylotheque.

Eugenio Trevisan's Xylotheque is a collection of wooden books, created in the 19th century, owned by the University of Padua. It is preserved by Tesaf, the Department of Land and Agro-Forestry Systems, at the Lucio Susmel Alpine Environment Study Centre in San Vito di Cadore.

These small, extraordinary wooden volumes, created with masterful craftsmanship and artistry, display and describe in minute detail every species collected in its entirety. The Xylotheque, in its original configuration, consisted of a collection of one hundred wooden specimens, each dedicated to a different forest species. These are small wooden books, each measuring 19x12.5x3.5 centimetres. The spine is made from the bark of the tree. The Latin name and scientific name of the species are written on the spine. The book is a small chest with two doors.

Once opened, it reveals its contents, masterfully organised through exquisite craftsmanship. Inside, small drawers house each part of the plant.

[…] A twig, to which a cross-section is also added, a seedling, i.e. the small plant, the flower, the root, again with a cross-section, and a block of wood for technological use. And then there are containers: one contains seeds, another sawdust, the third contains ash, which is obtained from combustion, and is flanked by a small piece of charcoal'. All these parts are indicated on a small sheet kept in the centre of each book, 'the sheet contains a description of the characteristics of the species, for example the silver fir, an evergreen tree with high-quality wood (Tommaso Anfodillo).

The Xilogenesi project. Network and programme.

The Xylotheque is preserved by Tesaf, Department of Territory and Agro-Forestry Systems, at the Alpine Environment Study Centre in San Vito di Cadore. Xilogenesi is a programme to promote the collection through contemporary art and a cultural and territorial network. The Xylotheque is being restored. 

The contribution of CAM is very significant, also involved in the project, in the initial phase of in-depth study and research into the origins of the Xiloteca, as well as in the work aimed at its preservation.

The restored books were returned to the Alpine Environment Study Centre in June 2025.

A series of new books takes the form of works of art. Over forty artists were involved by Dolomiti Contemporanee. Between June 2025 and June 2026, exhibitions, presentations and publications were organised.

The species included in the original Xiloteca collection.

Originally, Eugenio Trevisan's Xiloteca included one hundred forest species. Following a number of historical vicissitudes, forty-four specimens were lost. These are small wooden books, measuring 19x12.5x3.5 centimetres. Each book is a small two-door chest. The spine is made from tree bark. The Latin name and scientific name of the species are written on it. A complete list of the surviving specimens is available.  

The restoration of the Xylotheque.

The first phase of Xylogenesis led to the restoration of the original specimens by the University of Padua. The conservative restoration programme, Wood-bindings, was completed in May 2025. The books were collected by the restorer, Dr. Stefania Sartori, and transferred to the laboratory for anoxic treatment and other interventions. The books were returned to the Alpine Environment Study Centre in June 2025.

Contemporary art: creative updating of the collection.

In addition to being restored, the collection is being updated: this is why the project is called Xilogenesi. A heritage of history, it projects itself and takes root in the future. 

A series of new books, in the form of works of art, are being created by a number of artists selected by Dolomiti Contemporanee. The first artists involved are: David Casini, Kristian Sturi and Giuseppe Vigolo. Each of them has developed a project, which has led to the creation of a work of art. These are three installations, made with different materials, which will be featured in the first three exhibitions in the programme. 

A fourth project is being developed in collaboration with artist Ariele Bacchetti. It consists of a collection of forty-four drawings, in A4 format, each created by a different artist. Each artist selected a forest species and then worked on this specific subject, drawing on their own pictorial imagination.

The complete list of artists currently involved in Xilogenesi: 

Ariele Bacchetti, Grazia Bacchetti, Mattia Barbieri, Lorenzo Barbasetti di Prun, Francesco Battistello, Giulia Maria Belli, David Casini, Simone Carraro, Jonathan Colombo, Elena De Angeli, Eliane Diur, Greta Fabrizio, Bruno Fantelli, Anna Furlan, Leonardo Furlan, Riccardo Giacomini, Agnese Guido, Sofia Izmailova, Megan Littlewood, Riccardo Lodi, Gabriele Longega, Anna Marzuttini, Marco Mastropieri, Alice Mazzer, Alessandro Pagani, Sebastiano Pallavisini, Chiara Peruch, Francesca Pieropan, Beatrice Pistolesi, Italo Pradella, Francesca Rinaldi, Francesco Ronchi, Bianca Francesca Serafin, Giacomo Silva, Alan Silvestri, Martin Schuster Frimiana, Kristian Sturi, Tuorlo, Tommaso Viccaro, Giuseppe Vigolo, Sebastiano Zafonte, Rebecca Zen.

The forty-four drawings have been collected in a wooden case (made of Swiss pine), designed by Italo Pradella, head of the carpentry workshop at the Art School in Cortina d'Ampezzo, together with the students of the school themselves. Some of the drawings are presented here in a display case. This interaction is linked to the theme of educational training, to which Dolomiti Contemporanee attaches great importance, further expanding the cultural and territorial network of the Xilogenesi project. 

Prometheus_Open Food Lab in Xilogenesi: research into the edible potential of certain forest species, starting with those found in the Alps. 

On the occasion of the opening in Padua (26 September 2025), Prometheus Open Food Lab will offer an edible performance event linked to some of the tree species already present in Eugenio Trevisan's Xilario. 

Prometheus_Open Food Lab is a research laboratory on edible foods in remote environments, conceived and curated by chef-designer Lorenzo Barbasetti of Prun with the aim of restoring the ecological role of human activities in the landscape. Founded in 2017 between Borca di Cadore and London, it is based in the former ENI Village, from where it explores food as a cultural tool for interpreting and transforming the landscape in close collaboration with Dolomiti Contemporanee.

The introduction of new ingredients into the linguistic heritage of gastronomy is primarily a cultural endeavour involving taste education and, even before that, assimilation, or rather the recognition of unfamiliar foods as compatible with one's own. 

For the meeting at the Prometheus Botanical Garden, Prometheus will focus on a single ingredient: the bird cherry. Rosacea, a close relative of apples, whose fruit resembles a smaller-scale reproduction multiplied in number. The rowan has been used for centuries in a variety of applications before falling out of favour. These days, a quantity of orange-red fruits is ripening on the trees of the Dolomites, the likes of which have not been seen for some time. We will try to bring its complex, ancient and contemporary flavour to life with a game, a joke, a vice in the nineteenth-century botany classroom of the Padua Botanical Garden. A gem, a compress, a capsule, a sweet: part medicine, part whim, a device for exploring the landscape. 

Network and partners: Municipality of Perarolo di Cadore, Municipality of Borca di Cadore, Municipality of San Vito di Cadore, TESAF Department of Land and Agro-Forestry Systems of the University of Padua, Lucio Susmel Centre for Alpine Environment Studies in San Vito di Cadore, Progettoborca, CAM University Centre for Museums of the University of Padua, Botanical Garden of the University of Padua, Art School of Cortina d'Ampezzo.

Proloco Perarolo di Cadore, the inhabitants and volunteers of Perarolo, Artecos, DB Group, Vigne Salse, Vini Biasiotto, Panificio Marcon, Azienda Agricola Sanwido, Unterberger Bechèr, the entire DC network.

INFO:

www.xilogenesi.net

www.dolomiticontemporanee.net

https://science4all.it/attivita/presentazione-xilogenesi per prenotare la presenza all’evento di inaugurazione

info@xilogenesi.net – press@xilogenesi.net
info@dolomiticontemporanee.net – press@dolomiticontemporanee.net

 


8 agosto 2025 – Inaugurata la seconda mostra di Xilogenesi, nella Serra di Palazzo Lazzaris a Perarolo di Cadore

Anno: 2025

E dunque: sabato scorso 8 agosto 2025 abbiamo inaugurato la seconda mostra di Xilogenesi a Perarolo, nella Serra del Giardino di Palazzo Lazzaris: che maraviglia.

Qua, nelle foto di Teresa De Toni, vedete, e magari percepite pure, qualcosa del clima e dell’atmosfera straordinari che si son generati in quella serata bellissima assai sensibile, raddolcita da Prometheus Open Food Lab con un gelato xilogenetico* servito al crepuscolo tra le eclettiche strutture ottocentesche del Giuardino.

Son venute quasi ottanta persone: il paese era aperto tutto, una confluenza di storie in moto (non storie inchiodate al passato), legate al legno, e alla socialità della cultura, dei territori, dell’arte, del pensiero e della pratica connettiva, e così via.

Xilogenesi oramai sapete cos’è: un programma intelligente, costruttivo e creativo, che sviluppa reti mentre valorizza la preziosa Xiloteca di Eugenio Trevisan, rigenerandola attraverso il Contemporaneo, che non è un compendio marginale, ma un’integrazione critica, e plastica, funzionale, e un’intenzione intellettuale.

Il paese di Perarolo invece forse non lo conoscete ancora: va conosciuto, siete invitati.
Molte le storie, le radici di terra e d’acqua, di legno, di ferro, di commerci e d’industria, qui eccezionali: i Cidoli e le taje da cui le gran ricchezze cadorine e serenissime; la Regina Margherita di Savoia; la Val Montina e Dubiea; la Chiesa di legno (la Parrocchiale di San Nicolò), detta al Tabià de Legn, al Tabiaron o Tabianon, e le architetture regie; i due fiumi e la frana; una concentrazione di stratificazioni culturali e storiche impressionante e fertilissime, superlimo, che conosciamo a tempo, e che continuiamo ad esplorare: a fondo, per riaffiorarle, espandendole.

Sabato quindi abbiamo aperto la mostra alla Serra, e ieri e oggi è venuta molta gente e altra ne viene, qui è splendido, un brulichio, si parla molto, si incrociano le genti.
I volontari ci coadiuvano: il paese è nella mostra che è nel paese: Grazie ad Alida Serafin e ad Emanuele Maierotti che li han coinvolti insieme e noi, son le colonne, li vedrete ritratti a fil di colonna (Castellavazzo).
Che poi tutte ste genti passanti vanno anche a Casso, dove è aperta la mostra Detriti Frammenti Schegge Brecce, e a Corte di Cadore, dove ferve e freme il nerbo della residenza di Progettoborca, una catena dell’alimentazione culturale, e questa triangolazione tra queste stazioni/campi base nutre ogni cosa e muove il territorio, questo moto di presenza fa le mostre e le persone e gli artisti incrociano in ogni dove, scoprono imparano introiettano e collaborano e restituiscono: in presa reale, e nei processi che si innescano e avviano.

Sabato un’altra triangolazione tematica, natural-culturale, indispensabile, si è concretizzata a Perarolo, Ponteporto, Catubrium: compresenza e intersecazioni; Tre Radici del Legno; il Museo del Cidolo e del Legname (1) ha prolungato la sua apertura, e gli artisti DC hanno potuto visitarlo amichevolmente: grazie Annamaria e tutti i ragazzi di Trame di Storia.

Alle 19.00 Giancarlo ha aperto il Tabiaron, e tutti han potuto visitare la Parrocchiale di Legno (2), introdotti da Elena Maierotti. L’ultima volta che eravamo entrati qui, pochi mesi fa, è stato per salutare Elda Capocasata Burrei, ieri a Dubiea prima Messa di San’Osvaldo senza di lei, sempre con noi. (3): Xilogenesi.

Nell’accogliere la schiera dei convenuti all’inaugurazione, insieme a Gianluca D’Incà levis ha parlato Tommaso Anfodillo, direttore del Centro Studi per l’Ambiente Alpino di San Vito di Cadore, primissimo promotore di Xilogenesi insieme a DC, al Tesaf, all’Università degli Studi di Padova, ai Comuni di Borca e San Vito di Cadore. Ha parlato Gabriele Kratter, giovane rappresentante dell’amministrazione comunale, che ci ha accolti gentilmente e ha una visione, e questo ci muove a sorriso, e vedremo come sviluppare questa relazione bella. Ringraziamo anche l’Assessore Nadia Boni, che ci agevolato nelle scorse settimane, e Christian, che ha fatto lo stesso. Ha parlato Annamaria Canepa, che ci ha introdotto ai luoghi di Margherita e al Museo del Cidolo, che campeggia qui di fronte alla Serra di Palazzo Lazzaris, in questo vividissimo paesaggio storico sussurrato dalle acque, dove i boschi e le crode corniciano alti gli stucchi palazzi.

Finiti i gelati e i vini prometeici, altri saluti al Covo dei Zater, poi tutti partiti per le destinazioni, negli elettrici filamenti notturni e freschi, Xilogenesi va.
Poi andiamo in Carsiè a vedere la vecchia roggia riemersa.

*Gelato di latte e yogurt di capra, infuso con resine di abete rosso e larice variegatura di cenere di abete rosso, confettura di corniole sotto spirito, di Mauro Olivotto.
Gelato realizzato dall’azienda agricola Sanwido di San Vito di Cadore su ricetta realizzata in collaborazione con Ludovica Menardi.

Foto: Teresa De Toni



Xilogenesi a Perarolo di Cadore - Serra giardino di Palazzo Lazzaris - 8/31 Agosto 2025

Inaugura a Perarolo di Cadore nella Serra del giardino di Palazzo Lazzaris la seconda mostra del ciclo Xilogenesi, che rimarrà aperta dall’8 al 31 agosto 2025.
Vi aspettiamo venerdì 8 agosto 2025, alle ore 17.00.
Gli orari della mostra sono: dal venerdì alla domenica di agosto: 10.30-18.30

Vi ricordiamo che gli esemplari originali sono conservati presso il Centro Studi per l'Ambiente Alpino di San Vito di Cadore, per visitare la sede è necessario inviare una mail a info@xilogenesi.net o contattare direttamente la sede.

--

Quissotto: le ampie vetrate della Serra del giardino di Palazzo Lazzaris a Perarolo, con il retro della Chiesa parrocchiale di San Nicolò sulla destra. Foto Teresa De Toni / Here: the large windows of the greenhouse in the garden of Palazzo Lazzaris in Perarolo, with the rear of the parish church of San Nicolò on the right. Photo by Teresa De Toni

The second exhibition in the Xilogenesi cycle opens in Perarolo di Cadore in the greenhouse of Palazzo Lazzaris and will remain open from 8 to 31 August 2025.
We look forward to seeing you on Friday 8 August at 5 p.m.
The exhibition opening hours are: Friday to Sunday: 10.30 a.m. to 6.30 p.m.

Please note that the original books are kept at the Centro Studi per l'Ambiente Alpino (Centre for Alpine Environment Studies) in San Vito di Cadore. To visit the centre, please send an email to info@xilogenesi.net or contact the centre directly.

Perarolo di Cadore, la vista dalla Serra. In primo piano al centro il Museo del Cidolo e del Legname, ospitato nella Casa dei Trofei, piccolo palazzo ottocentesco caratterizzato da stucchi di ottima fattura. Qui soggiornò, all'inizio degli anni '80 del XIX secolo, la Regina Margherita di Savoja. Foto Teresa De Toni / Perarolo di Cadore, view from Serra. In the foreground, centre, is the Museum of Woodworking and Timber, housed in the Casa dei Trofei, a small 19th-century building characterised by its exquisite stucco work. Queen Margherita of Savoy stayed here in the early 1880s. Photo by Teresa De Toni.

 


20/22 giugno - Chiusa temporaneamente la mostra Xilogenesi all'ex Stazione di Borca di Cadore

Anno: 2025

Siamo naturalmente vicini alla Comunità di Borca e alle persone di Cancia, che abbracciamo.

Il TESAF, come Dolomiti Contemporanee, agisce nel territorio, e quindi non ne ignora lo stato e le vicissitudini, nel bene e nel male.

La situazione quassù non è ancora a posto, dopo la colata detritica che, la scorsa settimana, ha colpito il paese di Borca.
L’abitato di Cancia è assai prossimo al sito dell’ex Stazione ferroviaria
Anche il sito dell’ex Stazione ora serve alla logistica del ripristino: i mezzi circolano, si lavora a smaltire la frana, la polvere e il fango rappreso offuscano il paesaggio.

Abbiamo deciso dunque di non aprire la mostra Xilogenesi nel prossimo finesettimana.
La terremo chiusa dal 20 al 22 giugno.
Attendiamo si attenuino le polveri, e la tristezza, per riaprire l’esposizione al pubblico.



14 giugno - Inaugurata la prima mostra di Xilogenesi, all'ex Stazione ferroviaria di Borca di Cadore

Anno: 2025

Xilogenesi, il Principio. Inaugurazione della prima mostra, ex Stazione ferroviaria di Borca di Cadore, 14 giugno 2025.

Sabato 14 giugno 2025 si è inaugurata la prima esposizione legata al progetto XILOGENESI.
La mostra è ora allestita e aperta (nei finesettimana fino al 6 luglio, orari nella sezione Le Mostre) nel sito dell’ex Stazione ferroviaria di Borca di Cadore, tra l’edificio principale e la nient’affatto secondaria Bagagliera.

L’8 agosto seconda mostra Regale di Xilogenesi a Perarolo, nella carducciana tana d’amore della Regina Margherita.
Poi dal 26 settembre all’Orto Botanico di Padova.

Sabato dunque, alle 17.00, mentre iniziavamo a spiegare il progetto, il Pelmo s’è accigliato mettendo le barbe grigie poi nere, ha preso a tuonare e a piovere sghembo, e spirava un vento impetuoso, che rimescolava le chiome dell’Acerus pseudoplatanus, ma che bel rinfresco ‘provviso, quassù è così. Poi è venuta giù un poco di Croda Marcora, nel fragore precipite, e tutti han preso a chiamarci e chiederci se stavamo bene. Stiamo benissimo grazie, l’inaugurazione non si è fermata, accanto a noi in quel momento c’era Franco De Bon, Sindaco di San Vito di Cadore, che è corso a verificare la frana, e dopo mezzo’ora è tornato per saggiare le prelibatezze pro(me)teiche – proteina culturale per lo spirito famelico -, imbandite la Lorenzo Barbasetti di Prun e Ludovica Menardi, queste leccornie legnose ve le descriviamo più sotto.

E prima di mangiare s’è parlato appunto, alla Bagagliera, tra due volumi originali della Xiloteca del TESAF (qui solo per poche ore: per vedere questi esemplari, occorre prenotare una visita al Centro Studi per l’Ambiente Alpino di San Vito di Cadore, dove sono conservate: info@xilogenesi.net), e le opere installate, splendide, di David Casini, Giuseppe Vigolo, David Casini. Sono questi i primi tra i nuovi libri d’arte che rilanciano la Xiloteca nel presente, e nel futuro. Insieme alla collezione di disegni realizzati dagli artisti pittori coinvolti da Ariele Bacchetti, che stan tutti radunati dentro e fuori alla teca cirmola allestita da Italo Pradella al Liceo Artistico di Cortina d’Ampezzo (i nomi di tutti gli artisti si trovano qui).
C’erano il Sindaco di Borca, Bortolo Sala, Tommaso Anfodillo, direttore del Centro Studi per l’Ambiente Alpino di San Vito e sensibile aperto intelletto relazionale, la dott.ssa Stefania Sartori, che negli scorsi mesi ha restaurato i libri in legno originali, e una bella e ricca presenza di ecologi e artisti, debitamente frammischiati, in composizione varia e multiforme, che è quel che ci piace per opporsi alle saccenti monocolture umane, ovvero agli specismi professionali schematici e stagni, che si sconfiggono interconnettendo conoscenze e formazioni e funzioni, e se ci pensi è proprio questa una delle anime belle, forse la più importante, di Xilogenesi, e potremmo chiamarla ancora biodiversità culturale.
Xilogenesi è infatti un programma extraordinario, diciamo, e di rete, una rete vasta, che mette insieme molte cose ben fatte e diverse.
Tra queste cose: la prima è la sorgente: la Xiloteca di Eugenio Trevisan, realizzata da questo ingegnoso e preciso e capace artigiano-artista-artiere prima della metà del’800, e sulla quale ancora e di nuovo fervono le ricerche e gli studi, che han ripreso vigore proprio attraverso questo progetto, che ha scosso la collezione, e riattivato alcuni interessi interni a Unipd.
Ringraziamo molto di ciò la dott.ssa Isabella Colpo, direttrice del CAM Centro di Ateneo per i Musei dell’Università degli Studi di Padova, anch’essa presente all’opening. Da mesi la dott.ssa Colpo si muove e muove leve della ricerca, che danno i loro frutti eccome.
Le altre cose belle sono: la Stazione di Borca, che entro la metà del 2026 sarà restaurata.
I nuovi libri d’artista, e le altre opere prodotte per Xilogenesi: presto online su questo website le schede relative ad ogni opera.
Ancora balle: le persone operose, capaci di fare un lavoro qualitativo, e desiderose di far rete con le altre, diverse per competenza, eguali nell’attitudine antireazionaria e interconnetteva.

Nella serata tarda, prima che Paolo mettesse in loop noise la dendrocronologia, Prometheus Open Food Lab ci ha fatto mangiare queste cose, inserendo elementi legnosi nella preparazione dei piatti:

Foglia di nocciolo in tempura, tartare di speck e rapa, resina di pino e amoli verdi.
E lo speck ce l’ha dato un partner, Becher, dallo stabilimento Unterberger di Perarolo di Cadore.

Brisée con polvere di lichene, robiola mista capra-vaccina, capperi e fiori freschi di sambuco.
E le robioline ce le ha date la Ditta Fregona Renzo: grazie Renzo, Monica, Silvia, sempre.

Tortilla messicana, sedano rapa, fagiolini, crema di cipollotto nero e germogli di abete bianco in salamoia.
Abbiamo bevuto: Fondo del Fondo, pinot grigio di Vigne Salse prodotto a Musile di Piave. Birra Dolomiti, grazie Emiliano.

Xilogenesi, il Principio (Premessa di Sistema posposta di Dolomiti Contemporanee).
Quest’Alleanza, Unione d’Organismi a scopo rivalutativo, non è stata avviata, si voglia concedercelo, sulla base di una promessa divina ai patriarchi e ai popoli, diamine, che caos.
La Maledizione Originaria, nel caso nostro, che ci occupiamo di rigenerazione, potrebbe dunque esser detta Maledizione Secondaria, dato che veniamo deliberatamente ad agire in un “dopo” atrofizzato atopico. Potremmo definirla, questa forma di Genesi evolutiva, come un antagonista di: latitanza dell’ingegno ricostruttivo; inattitudine alla creatività immaginativa e strategica e plastica, ovvero letteraria (“letteratura” è, indiscutibilmente, tutto ciò che di meglio e di più concreto l’uomo abbia saputo trasvalutare e animare attraverso gli strumenti dello Spirito); indifferenza verso le pratiche di tutela, cura, reazione, dei potenziali latenti e scomposti e nascosti nei paesaggi destituiti, dispersi o soggiacenti che appaiono come Lacerti, Frammenti, Schegge: di Patrimonio.
Anche se Detrito, Lacerto, Frammento, Breccia e Scheggia, sono parole che vogliamo considerare anche secondo radice atomica riaggregativa, in accezione positiva dunque, e lo vedrete bene nella mostra di Casso (dal 25 luglio: il reinnesto delle parti; la ricostruzione per integrazione; l’eterogeneità come costituzione a radice plurima variabile).
Quel Patrimonio che è (detto) perduto, o abbandonato, o semisepolto, non di rado, e sparso frammentato, nei luoghi privi di un’urbanistica culturale, ovvero desolatamente isolati, rispetto al valore di sé stessi, e rispetto alle possibilità del recupero del loro potenziale inespresso, o deprecabilmente trascurato, o trasformato in una merce (tradito nel valore d’identità), e così via.
A tutto ciò si oppone, necessariamente, un progetto dotato di una radice proiettiva ed evolutiva, ecco la Genesi.
Ricapitoliamo (Haeckel): per ontogenesi (o filogenesi) culturale, intendiamo evoluzione dinamica di un sistema non dimentico, non cristallizzato, non immobile, ovvero non irresponsabile rispetto nel valore di sé stesso (nel caso l’ente in oggetto possieda o costituisca un valore).
Evolvere dunque, che non è fermarsi, ma proseguire, nella ricerca.

Foto: Teresa De Toni


Anno: 2025

Xilogenesi, il Principio. Inaugurazione della prima mostra, ex Stazione ferroviaria di Borca di Cadore, 14 giugno 2025.

Sabato 14 giugno 2025 abbiamo inaugurato la prima esposizione legata al progetto XILOGENESI.
La mostra è ora allestita e aperta (nei finesettimana fino al 6 luglio, orari nella sezione Le Mostre) nel sito dell’ex Stazione ferroviaria di Borca di Cadore, tra l’edificio principale e la nient’affatto secondaria Bagagliera.

L’8 agosto seconda mostra Regale di Xilogenesi a Perarolo, nella carducciana tana d’amore della Regina Margherita, avanti Savoia. Poi dal 26 settembre all’Orto Botanico di Padova (qui Le Mostre: www.xilogenesi.net/le-mostre).

Sabato dunque, alle 17.00, mentre iniziavamo a spiegare il progetto, il Pelmo s’è accigliato mettendo le barbe grigie poi nere, ha preso a tuonare e a piovere sghembo, e spirava un vento petuoso, che rimescolava le chiome dell’Acerus pseudoplatanus, ma che bel rinfresco provviso, qua è così, poi è venuta giù un poco di Croda Marcora, nel fragore precipite, e tutti han preso a chiamarci e chiederci se stavamo bene. Stiamo benissimo grazie, accanto a noi in quel momento c’era Franco De Bon, Sindaco di San Vito di Cadore, che è corso a verificar sta frana, e dopo mezzo’ora è tornato per saggiare le prelibatezze pro(me)teiche – proteina culturale per lo spirito famelico -, imbandite la Lorenzo Barbasetti di Prun e Ludovica Menardi, queste leccornie legnose ve le descriviamo più sotto.
Molta polvere bianca di croda precipitata a infarinare le carrozzerie delle nostre vetture nella pioggia ventata ma avanti.
E prima di mangiare s’è parlato appunto, alla Bagagliera, tra due volumi originali della Xiloteca del TESAF (qui solo per poche ore: per vedere questi esemplari, occorre prenotare una visita al Centro Studi per l’Ambiente Alpino di San Vito di Cadore, dove sono conservate: info@xilogenesi.net), e le opere installate, splendide, di David Casini, Giuseppe Vigolo, David Casini. Sono questi i primi tra i nuovi libri d’arte che rilanciano la Xiloteca nel presente, e nel futuro. Insieme alla collezione di disegni realizzati dagli artisti pittori coinvolti da Ariele Bacchetti, che stan tutti radunati dentro e fuori alla teca cirmola allestita da Italo Pradella al Liceo Artistico di Cortina d’Ampezzo (i nomi di tutti gli artisti qui: www.xilogenesi.net/larte-contemporanea).
C’erano il Sindaco di Borca, Bortolo Sala, Tommaso Anfodillo, direttore del Centro Studi per l’Ambiente Alpino e sensibile aperto intelletto relazionale, la dott.ssa Stefania Sartori, che negli scorsi mesi ha restaurato i libri in legno originali, e una bella e ricca presenza di ecologi e artisti, debitamente frammischiati, in composizione varia e multiforme, che è quel che ci piace per opporsi alle saccenti monocolture umane, ovvero agli specismi professionali schematici e stagni, che si sconfiggono interconnettendo conoscenze e formazioni e funzioni, e se ci pensi è proprio questa una delle anime belle, forse la più importante, di Xilogenesi.
Xilogenesi è infatti un programma extraordinario, diciamo, e di rete, una rete vasta, che mette insieme molte cose ben fatte e diverse.
Tra queste cose: la prima è la sorgente: la Xiloteca di Eugenio Trevisan, realizzata da questo ingegnoso e preciso e capace artigiano-artista-artiere prima della metà del’800, e sulla quale ancora e di nuovo fervono le ricerche e gli studi, che han ripreso vigore proprio attraverso questo progetto (#rediscoveringXiloteca, parafrasando i Fratelli Malutti), che ha scosso la collezione, e riattivato alcuni interessi interni a Unipd. Ringraziamo molto di ciò la dott.ssa Isabella Colpo, direttrice del CAM Centro di Ateneo per i Musei dell’Università degli Studi di Padova, anch’essa presente ieri all’opening. Da mesi la dott.ssa Colpo si muove e muove leve della ricerca, che danno i loro frutti eccome, qui alcune informazioni:
Le altre cose belle sono: la Stazione, che entro la metà del 2026 sarà restaurata, e ci pensiamo e lavoriamo eccome, hai visto ad esempio l’idea scalabile, ne parleremo meglio altrove.
I nuovi libri d’artista, e le altre opere prodotte per Xilogenesi: presto online le schede relative ad ogni opera.
Le persone operose, capaci di fare un lavoro qualitativo, e desiderose di far rete con le altre, diverse per competenza, eguali nell’attitudine antireazionaria e interconnetteva.
Le altre cose continueremo a scriverle su www.filogenesi.net, il sito crescerà, seguendo e documentando il progetto, che è appena partito, e che è dotato di un potenziale di ramificazione radicamento elevatissimo, e che andrà avanti a lungo, altrochenò.
Nella serata tarda, prima che Paolo mettesse in loop noise la dendrocronologia, Prometheus Open Food Lab ci ha fatto mangiare queste cose, inserendo elementi legnosi nella preparazione dei piatti:
Foglia di nocciolo in tempura, tartare di speck e rapa, resina di pino e amoli verdi.
E lo speck ce l’ha dato un partner, Becher, dallo stabilimento Unterberger di Perarolo di Cadore.
Brisée con polvere di lichene, robiola mista capra-vaccina, capperi e fiori freschi di sambuco.
E le robioline ce le ha date la Ditta Fregona Renzo: grazie Renzo, Monica, Silvia, sempre.
Tortilla messicana, sedano rapa, fagiolini, crema di cipollotto nero e germogli di abete bianco in salamoia.
Abbiamo bevuto: Fondo del Fondo, pinot grigio di Vigne Salse prodotto a Musile di Piave. Birra Dolomiti, con noi da anni. Grazie Emiliano.

Xilogenesi, il Principio (Premessa di Sistema posposta).
Quest’Alleanza, Unione d’Organismi a scopo rivalutativo, non è stata avviata, si voglia concedercelo, sulla base di una promessa divina ai patriarchi e ai popoli, diamine, che caos.
La Maledizione Originaria, nel caso nostro, che ci occupiamo di rigenerazione, potrebbe dunque esser detta Maledizione Secondaria, dato che veniamo deliberatamente ad agire in un “dopo” atrofizzato atopico. Potremmo definirla, questa forma di Genesi evolutiva, come un antagonista di: latitanza dell’ingegno ricostruttivo; inattitudine alla creatività immaginativa e strategica e plastica, ovvero letteraria (“letteratura” è, indiscutibilmente, tutto ciò che di meglio e di più concreto l’uomo abbia saputo trasvalutare e animare attraverso gli strumenti dello Spirito); indifferenza verso le pratiche di tutela, cura, reazione, dei potenziali latenti e scomposti e nascosti nei paesaggi destituiti, dispersi o soggiacenti che appaiono come Lacerti, Frammenti, Schegge: di Patrimonio.
Anche se Detrito, Lacerto, Frammento, Breccia e Scheggia, sono parole che vogliamo considerare anche secondo radice atomica riaggregativa, in accezione positiva dunque, e lo vedrete bene nella mostra di Casso (dal 25 luglio: il reinnesto delle parti; la ricostruzione per integrazione; l’eterogeneità come costituzione a radice plurima variabile).
Quel Patrimonio che è (detto) perduto, o abbandonato, o semisepolto, non di rado, e sparso frammentato, nei luoghi privi di un’urbanistica culturale, ovvero desolatamente isolati, rispetto al valore di sé stessi, e rispetto alle possibilità del recupero del loro potenziale inespresso, o deprecabilmente trascurato, o trasformato in una merce (tradito nel valore d’identità), e così via.
A tutto ciò si oppone, necessariamente, un progetto dotato di una radice proiettiva ed evolutiva, ecco la Genesi.
Ricapitoliamo (Haeckel): per ontogenesi (o filogenesi) culturale, intendiamo evoluzione dinamica di un sistema non dimentico, non cristallizzato, non immobile, ovvero non irresponsabile rispetto nel valore di sé stesso (nel caso l’ente in oggetto possieda o costituisca un valore).
Evolvere dunque, che non è fermarsi, ma proseguire, nella ricerca.

Foto: Teresa De Toni



Privacy Preference Center